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Capitolo 11. Servizi di rete: Postfix, Apache, NFS, Samba, Squid, LDAP, SIP, XMPP, TURN

11.1. Server di posta
11.1.1. Installare Postfix
11.1.2. Configurare i domini virtuali
11.1.3. Restrizioni per ricezione ed invio
11.1.4. Impostare il greylisting
11.1.5. Personalizzare i filtri in base al destinatario
11.1.6. Integrare un antivirus
11.1.7. SMTP autenticato
11.2. Server web (HTTP)
11.2.1. Installare Apache
11.2.2. Configurare gli host virtuali
11.2.3. Direttive comuni
11.2.4. Analizzatori di log
11.3. Server di file FTP
11.4. Server di file NFS
11.4.1. Mettere in sicurezza NFS
11.4.2. Server NFS
11.4.3. Client NFS
11.5. Configurare condivisioni Windows con Samba
11.5.1. Server Samba
11.5.2. Client Samba
11.6. Proxy HTTP/FTP
11.6.1. Installazione
11.6.2. Configurare una cache
11.6.3. Configurare un filtro
11.7. Directory LDAP
11.7.1. Installazione
11.7.2. Riempire la directory
11.7.3. Gestire gli account con LDAP
11.8. Servizi di Comunicazione Real-Time
11.8.1. Impostazioni DNS per i servizi RTC
11.8.2. Server TURN
11.8.3. Proxy Server SIP
11.8.4. Server XMPP
11.8.5. Servizi in esecuzione sulla porta 443
11.8.6. Aggiungere WebRTC
I servizi di rete sono i programmi con cui gli utenti interagiscono direttamente durante le loro attività quotidiane. Essi sono la punta dell'iceberg del sistema informativo ed in questo capitolo ci concentreremo su di loro; le componenti invisibili a cui si affidano sono l'infrastruttura che abbiamo descritto precedentemente.
Molti servizi di rete moderni richiedono una tecnologia di crittografia per funzionare in modo affidabile e sicuro, soprattutto se usati su Internet pubblico. I Certificati X.509 (che possono essere chiamati anche certificati SSL o certificati TLS) sono spesso utilizzati per questo scopo. Un certificato per uno specifico dominio può spesso essere condiviso tra più di uno dei servizi trattati in questo capitolo.

11.1. Server di posta

Gli amministratori della Falcot Corporation hanno scelto Postfix come loro server di posta elettronica per via della sua affidabilità e per la semplicità di configurazione. Allo stesso modo il suo design assicura che ogni operazione sia eseguita in un processo con l'insieme minimo di permessi richiesti, cosa che garantisce una misura ottimale contro i problemi di sicurezza.

11.1.1. Installare Postfix

Il pacchetto postfix include il demone SMTP principale. Altri pacchetti (come postfix-ldap e postfix-pgsql) aggiungono funzionalità addizionali a Postfix, incluso l'accesso ai database di mappatura. Dovrebbero essere installati solo se si ritiene di averne bisogno.
Saranno posti diversi quesiti Defconf durante l'installazione del pacchetto. Le risposte consentono di generare una prima versione del file di configurazione /etc/postfix/main.cf.
La prima domanda riguarda la tipologia di configurazione. Solo due delle risposte proposte sono rilevanti nel caso in cui il server sia connesso ad Internet: «Sito internet» e «Sito internet con smarthost». La prima opzione è appropriata per un server che riceve la posta in arrivo ed invia le email in uscita direttamente ai rispettivi destinatari: pertanto si adatta bene al caso della Falcot Corporation. La seconda opzione è appropriata per un server che riceve le email in arrivo normalmente ma che invia le email in uscita attraverso un server SMTP intermedio, lo «smarthost», anziché consegnarle direttamente al server del destinatario. Questo è particolarmente utile per chi ha con un indirizzo IP dinamico poiché molti server di posta rifiutano i messaggi che arrivano direttamente da questo tipo di indirizzo. In questo caso lo smarthost sarà generalmente il server SMTP dell'ISP che a sua volta è configurato per accettare ed inoltrare in modo appropriato le email provenienti dai clienti. Questo tipo di configurazione (con smarthost) è rilevante anche per i server che non sono costantemente connessi ad internet poiché evita di dover gestire una coda di messaggi non consegnabili da dover riprovare a inviare in seguito.
La seconda domanda riguarda il nome completo della macchina, utilizzato per generare gli indirizzi email a partire dal nome utente locale. Il nome completo della macchina appare dopo la chiocciola («@»). Nel caso della Falcot, la risposta dovrebbe essere mail.falcot.com. Questa è l'unica domanda posta in via predefinita tuttavia la configurazione a cui porta non è sufficientemente completa per le necessità della Falcot: per questo motivo gli amministratori eseguono dpkg-reconfigure postfix per poter personalizzare altri parametri.
Una delle domande addizionali chiede tutti i nomi di dominio relativi alla macchina. La lista predefinita include il suo nome completo oltre ad alcuni sinonimi per localhost, ma il dominio principale falcot.com dev'essere aggiunto manualmente. Più generalmente, bisognerebbe rispondere a questa domanda con tutti i nomi di dominio per i quali la macchina agirà come server MX; in altre parole‍, tutti i nomi a dominio per cui il DNS dice che questa macchina accetterà email. Questa informazione finisce nella variabile mydestination del file di configurazione principale di Postfix, /etc/postfix/main.cf.
Ruolo del record MX nel DNS durante l'invio di un'email

Figura 11.1. Ruolo del record MX nel DNS durante l'invio di un'email

In alcuni casi l'installazione può anche chiedere quali reti devono essere autorizzate ad inviare email attraverso la macchina. Nella sua configurazione predefinita Postfix accetta unicamente email provenienti dalla macchina che lo ospita; la rete locale viene generalmente aggiunta. Gli amministratori della Falcot Corporation hanno aggiunto 192.168.0.0/16 alla risposta predefinita. Se la domanda non è posta, la relativa variabile nel file di configurazione è mynetworks come si vede nell'esempio qui sotto.
Le email locali possono anche essere consegnate con procmail. Questo strumento consente agli utenti di elaborare le loro email in arrivo attraverso le regole conservare nel file ~/.procmailrc.
Dopo questa prima fase gli amministratori dispongono del file di configurazione seguente; sarà utilizzato come punto di partenza per aggiungere alcune funzionalità addizionali nelle prossime sezioni.

Esempio 11.1. File /etc/postfix/main.cf iniziale

# See /usr/share/postfix/main.cf.dist for a commented, more complete version


# Debian specific:  Specifying a file name will cause the first
# line of that file to be used as the name.  The Debian default
# is /etc/mailname.
#myorigin = /etc/mailname

smtpd_banner = $myhostname ESMTP $mail_name (Debian/GNU)
biff = no

# appending .domain is the MUA's job.
append_dot_mydomain = no

# Uncomment the next line to generate "delayed mail" warnings
#delay_warning_time = 4h

readme_directory = no

# TLS parameters
smtpd_tls_cert_file=/etc/ssl/certs/ssl-cert-snakeoil.pem
smtpd_tls_key_file=/etc/ssl/private/ssl-cert-snakeoil.key
smtpd_use_tls=yes
smtpd_tls_session_cache_database = btree:${data_directory}/smtpd_scache
smtp_tls_session_cache_database = btree:${data_directory}/smtp_scache

# See /usr/share/doc/postfix/TLS_README.gz in the postfix-doc package for
# information on enabling SSL in the smtp client.

smtpd_relay_restrictions = permit_mynetworks permit_sasl_authenticated defer_unauth_destination
myhostname = mail.falcot.com
alias_maps = hash:/etc/aliases
alias_database = hash:/etc/aliases
myorigin = /etc/mailname
mydestination = mail.falcot.com, falcot.com, localhost.localdomain, localhost
relayhost = 
mynetworks = 127.0.0.0/8 [::ffff:127.0.0.0]/104 [::1]/128 192.168.0.0/16
mailbox_command = procmail -a "$EXTENSION"
mailbox_size_limit = 0
recipient_delimiter = +
inet_interfaces = all
inet_protocols = all

11.1.2. Configurare i domini virtuali

Il server di posta può ricevere anche email indirizzate ad altri domini oltre a quello principale: questi domini sono indicati come «domini virtuali». In molti casi, dove questo avviene, le email non sono destinate ad utenti locali. Postfix fornisce due funzionalità interessanti per gestire i domini virtuali.

11.1.2.1. Domini virtuali alias

Un dominio virtuale alias contiene solo indirizzi alias, cioè indirizzi che si occupano di inoltrare le email ad altri indirizzi.
Questo tipo di dominio sarà abilitato aggiungendo il suo nome alla variabile virtual_alias_domains ed indicando un file di mappatura indirizzi nella variabile virtual_alias_maps.

Esempio 11.2. Direttive da aggiungere nel file /etc/postfix/main.cf

virtual_alias_domains = falcotsbrand.com
virtual_alias_maps = hash:/etc/postfix/virtual
Il file /etc/postfix/virtual descrive le mappature con una sintassi piuttosto lineare: ogni riga contiene due campi separati da uno spazio; il primo campo è il nome dell'alias, il secondo campo è una lista di indirizzi email a cui reindirizza. La sintassi speciale @domain.com copre tutti i restanti alias di un dominio.

Esempio 11.3. File /etc/postfix/virtual di esempio

webmaster@falcotsbrand.com  jean@falcot.com
contact@falcotsbrand.com    laure@falcot.com, sophie@falcot.com
# L'alias qui sotto è generico e copre tutti gli indirizzi all'interno 
# del dominio flacotsbrand.com che non sono altrimenti coperti in questo file.
# Questi indirizzi inoltrano le email allo stesso utente nel
# dominio falcot.com.
@falcotsbrand.com           @falcot.com

11.1.2.2. Caselle di posta su domini virtuali

I messaggi indirizzati ad una casella su di un dominio virtuale sono conservati in caselle di posta non assegnate ad un utente locale del sistema.
Abilitare una casella di posta in un dominio virtuale richiede di inserire il dominio nella variabile virtual_mailbox_domains fornendo un file di mappatura caselle in virtual_mailbox_maps. Il parametro virtual_mailbox_base contiene la directory dove le caselle di posta saranno conservate.
I parametri virtual_uid_maps e virtual_gid_maps forniscono le mappature tra un indirizzo email e l'utente di sistema (o gruppo rispettivamente) che "possiede" la casella di posta corrispondente. Per assegnare tutte le caselle di posta allo stesso proprietario/gruppo la sintassi è static:5000.

Esempio 11.4. Direttive da aggiungere nel file /etc/postfix/main.cf

virtual_mailbox_domains = falcot.org
virtual_mailbox_maps = hash:/etc/postfix/vmailbox
virtual_mailbox_base = /var/mail/vhosts
Ancora una volta, la sintassi del file /etc/postfix/vmailbox è piuttosto lineare: due campi separati da uno spazio. Il primo campo è un indirizzo email all'interno di uno dei domini virtuali e il secondo campo è la posizione della casella di posta associata (relativamente alla directory specificata in virtual_mailbox_base). Se il nome della casella di posta termina con una barra (/) le email saranno conservate nel formato maildir, diversamente sarà utilizzato il formato tradizionale mbox. Il formato di maildir utilizza l'intera directory per conservare una casella di posta: ogni messaggio sarà conservato in un file separato. Diversamente, nel formato mbox, l'intera casella di posta elettronica è conservata in un file ed ogni riga che comincia con «From » (From seguito da uno spazio) segnala l'inizio di un nuovo messaggio.

Esempio 11.5. Il file /etc/postfix/vmailbox

# La posta di Jean è conservata come maildir, con
# un file per email in una directory dedicata
jean@falcot.org falcot.org/jean/
# La posta di Sophie è conservata in un tradizionale file «mbox»,
# dove tutte le email sono concatenate in un unico file
sophie@falcot.org falcot.org/sophie

11.1.3. Restrizioni per ricezione ed invio

Il crescente numero di email massive non richieste (spam) richiede di essere sempre più rigorosi quando si stabilisce quali email devono essere accettate da un server. Questa sezione presenta alcune tra le strategie incluse in Postfix.

11.1.3.1. Restrizioni d'accesso basate su IP

La direttiva smtpd_client_restrictions controlla quali macchine sono autorizzate a comunicare con il server di posta.

Esempio 11.6. Restrizioni basate sull'indirizzo del client

smtpd_client_restrictions = permit_mynetworks,
    warn_if_reject reject_unknown_client,
    check_client_access hash:/etc/postfix/access_clientip,
    reject_rbl_client sbl-xbl.spamhaus.org,
    reject_rbl_client list.dsbl.org
Quando una variabile contiene una lista di regole, come nell'esempio qui sopra, queste regole sono valutate in ordine, dalla prima all'ultima. Ogni regola può accettare il messaggio, rifiutarlo o lasciare la decisione ad una regola seguente. Come conseguenza l'ordine è importante ed invertire due regole può causare un comportamento ampiamente differente.
La direttiva permit_mynetworks usata come prima regola accetta tutte le email provenienti da una macchina nella rete locale (così come definita nella variabile di configurazione mynetworks).
La seconda direttiva rifiuta normalmente le email provenienti da macchine che non dispongono di una configurazione DNS completamente valida. Una configurazione è valida quando l'indirizzo IP può essere risolto con un nome e questo nome a sua volta può essere risolto all'indirizzo IP. Questa restrizione è spesso troppo rigorosa poiché molti server di posta non dispongono di un DNS inverso per il loro indirizzo IP. questo spiega perché gli amministratori della Falcot hanno inserito il modificatore warn_if_reject prima della direttiva reject_unknown_client: questo modificatore trasforma il rifiuto in un semplice avviso registrato nei log. Gli amministratori possono poi controllare il numero di messaggi che sarebbero rifiutati se la regola fosse applicata e prendere successivamente una decisione informata riguardo l'opportunità di abilitare questa restrizione.
La terza direttiva consente all'amministratore di preparare una blacklist ed una whitelist di server di posta, conservate nel file /etc/postfix/access_clientip. I server nella whitelist sono considerati affidabili, e le email che provengono da loro non passano attraverso le successive regole di filtraggio.
Le ultime due regole rifiutano ogni messaggio che proviene da un server elencato in una delle blacklist indicate. RBL è l'acronimo di Remote Black List; ci sono diverse di queste liste,ma tutte elencano i server mal configurati che gli spammer utilizzano per inoltrare le loro email, così come le macchine infette da virus o worm che inoltrano email in modo assolutamente non previsto.

11.1.3.2. Controllare la validità dei comandi EHLO o HELO

Ogni scambio SMTP inizia con un comando HELO (o EHLO) seguito dal nome del server di posta mittente; controllare la validità di questo nome può risultare utile.

Esempio 11.7. Restrizioni sul nome annunciato in EHLO

smtpd_helo_restrictions = permit_mynetworks,
    reject_invalid_hostname,
    check_helo_access hash:/etc/postfix/access_helo,
    reject_non_fqdn_hostname,
    warn_if_reject reject_unknown_hostname
La prima direttiva permit_mynetworks consente a tutte le macchine nella rete locale di presentarsi liberamente. Questo è importante poiché molti programmi di posta non rispettano in modo adeguato questa parte del protocollo SMTP e possono presentarsi con nomi senza senso.
La regola reject_invalid_hostname rifiuta le email quando la presentazione EHLO annuncia un nome host sintatticamente scorretto. La regola reject_non_fqdn_hostname rifiuta i messaggi quando il nome host presentato non è un nome di dominio completamente qualificato (ovvero include un nome di dominio oltre al nome host). La regola reject_unknown_hostname rifiuta i messaggi se il nome presentato non esiste nel DNS. Poiché quest'ultima regola sfortunatamente porta a troppi rifiuti gli amministratori hanno modificato i suoi effetti ad un semplice avviso con il modificatore warn_if_reject come visto inizialmente; possono anche decidere di rimuovere questo modificatore in una fase successiva dopo aver monitorato gli effetti di questa regola.
Utilizzare permit_mynetworks come prima regola ha un interessante effetto collaterale: le regole seguenti si applicano unicamente agli host fuori dalla rete locale. Questo consente di inserire in blacklist tutti gli host che si presentano come parte di falcot.com, per esempio aggiungendo la riga falcot.com REJECT You are not in our network! al file /etc/postfix/access_helo.

11.1.3.3. Accettare o rifiutare in base al mittente annunciato

Ogni messaggio ha un mittente annunciato dal comando MAIL FROM del protocollo SMTP. Ancora una volta questa informazione può essere verificata in diversi modi.

Esempio 11.8. Controlli sul mittente

smtpd_sender_restrictions = 
    check_sender_access hash:/etc/postfix/access_sender,
    reject_unknown_sender_domain, reject_unlisted_sender,
    reject_non_fqdn_sender
La tabella /etc/postfix/access_sender mappa alcuni trattamenti speciali riservati ad alcuni mittenti. Generalmente questo significa elencare alcuni mittenti in una whitelist oppure in una blacklist.
La regola reject_unknown_sender_domain richiede un dominio valido per il mittente poiché è necessario per un indirizzo valido. La regola reject_unlisted_sender rifiuta i mittenti locali se l'indirizzo non esiste: questo impedisce alle email di essere inviate da un indirizzo non valido nel dominio falcot.com ed i messaggi originati da joe.bloggs@falcot.com sono accettati esclusivamente se questo indirizzo esiste realmente.
Per concludere, la regola reject_non_fqdn_sender rifiuta le email che si presume provengano da un indirizzo senza un nome di dominio pienamente qualificato. In pratica questo significa rifiutare email provenienti da utente@macchina: l'indirizzo dev'essere annunciato come utente@macchina.example.com o utente@example.com.

11.1.3.4. Accettare o rifiutare in base al destinatario

Ogni email ha almeno un destinatario, annunciato con il comando RCPT TO del protocollo SMTP. Anche questi indirizzi concorrono alla validazione del messaggio, tuttavia sono meno rilevanti rispetto ai controlli effettuati sull'indirizzo del mittente.

Esempio 11.9. Controlli sul destinatario

smtpd_recipient_restrictions = permit_mynetworks, 
    reject_unauth_destination, reject_unlisted_recipient, 
    reject_non_fqdn_recipient
reject_unauth_destination è la regola base che richiede ai messaggi provenienti dall'esterno di essere indirizzati ai noi: messaggi inviati ad indirizzi non gestiti da questo server saranno rifiutati. Senza questa regola un server diviene un open relay che permette agli spammer di inviare posta non richiesta; questa regola è quindi caldamente raccomandata, e dovrebbe essere posizionata preferibilmente vicino all'inizio della lista, per evitare che altre regole possano autorizzare l'inoltro del messaggio prima che la sua destinazione sia stata controllata.
La regola reject_unlisted_recipient rifiuta ragionevolmente i messaggi inviati a utenti locali che non esistono. Infine reject_non_fqdn_recipient rifiuta gli indirizzi non completamente qualificati: questo rende impossibile l'invio di email a jean o jean@macchina e richiede invece l'uso dell'indirizzo completo come jean@macchina.falcot.com o jean@falcot.com.

11.1.3.5. Restrizioni associate con il comando DATA

Il comando DATA di SMTP è emesso prima dei contenuti del messaggio. Non fornisce alcuna informazione di per sé, a parte l'annunciare quello che viene immediatamente dopo. Tuttavia può a sua volta essere soggetto a controlli.

Esempio 11.10. Controlli su DATA

smtpd_data_restrictions = reject_unauth_pipelining
La direttiva reject_unauth_pipelining fa sì che il messaggio sia rifiutato se il mittente invia un comando prima che sia inviata una risposta al comando inviato in precedenza. Questo protegge da una ottimizzazione comunemente utilizzata dagli spammer automatizzati poiché a loro non importa un fico secco delle risposte e si concentrano unicamente nell'invio del maggior numero di email nel minor tempo possibile.

11.1.3.6. Applicare restrizioni

Nonostante i comandi precedenti verificano informazioni a diversi livelli dello scambio SMTP, Postfix invia l'effettivo rifiuto unicamente a seguito del comando RCPT TO.
Questo significa che anche se il messaggio viene rifiutato a causa di un comando EHLO non valido, Postfix conosce il mittente ed il destinatario quando annuncia il rifiuto e pertanto potrà poi inserire nel log un messaggio più esplicito di quanto avesse potuto fare nel caso la transazione si fosse interrotta all'inizio. Inoltre un certo numero di client SMTP non si attende problemi durante i primi comandi SMTP e questi client saranno meno disturbati da questo rifiuto posticipato.
Il vantaggio finale di questa scelta è di permettere alle regole di accumulare informazioni durante i vari passaggi dello scambio di SMTP; questo consente di definire permessi più dettagliati, come rifiutare una connessione non locale se si annuncia con un mittente locale.

11.1.3.7. Filtrare in base al contenuto del messaggio

La validazione ed il sistema di restrizioni non sarebbero completi senza un modo per applicare controlli al contenuto dei messaggi. Postfix distingue tra i controlli applicati all'intestazione e quelli applicati al corpo del messaggio.

Esempio 11.11. Abilitare filtri basati sul contenuto

header_checks = regexp:/etc/postfix/header_checks
body_checks = regexp:/etc/postfix/body_checks
Entrambi i file contengono una lista di espressioni regolari (spesso chiamate regexp o regex) e relative azioni da intraprendere quando l'intestazione (o il corpo) delle email corrisponde con l'espressione.

Esempio 11.12. File d'esempio /etc/postfix/header_checks

/^X-Mailer: GOTO Sarbacane/ REJECT Io combatto lo spam (GOTO Sarbacane)
/^Subject: *La tua email contiene dei VIRUS/ DISCARD notifica di virus
La prima controlla l'intestazione che fa riferimento al software email; se viene individuato GOTO Sarbacane (un software per l'invio massivo di email) il messaggio viene rifiutato. La seconda espressione controlla l'oggetto del messaggio: se indica la notifica di un virus possiamo decidere di non respingere il messaggio ma di limitarci a scartarlo immediatamente.
Utilizzare questi filtri è un'arma a doppio taglio poiché è facile produrre regole troppo generiche e perdere di conseguenza email legittime. In questi casi i messaggi vanno perduti ed inoltre i rispettivi mittenti ricevono messaggi d'errore non desiderati (e fastidiosi).

11.1.4. Impostare il greylisting

Il "greylisting" è una tecnica di filtraggio per cui un messaggio viene inizialmente rifiutato con un messaggio d'errore temporaneo e viene accettato solo dopo un successivo tentativo trascorso un certo intervallo di tempo. Questo filtraggio è particolarmente efficiente contro lo spam inviato dalle tante macchine infette da virus e worm poiché questi software si comportano raramente come veri e propri agenti SMTP (i quali controllano i codici d'errore e ritentano l'invio dei messaggi successivamente), soprattutto perché molti degli indirizzi raccolti sono davvero validi e riprovare significherebbe soltanto perdere tempo.
Postfix non fornisce il greylisting nativamente ma esiste una funzionalità che permette di delegare la decisione riguardo il rifiuto o l'accettazione di un messaggio ad un programma esterno. Il pacchetto postgrey contiene proprio un programma di questo tipo, progettato per interfacciarsi con questo servizio per la delega delle politiche di accesso.
Una volta installato, postgrey si attiva come demone e si pone in ascolto sulla porta 10023. Postfix può quindi essere configurato per utilizzarlo, aggiungendo il parametro check_policy_service come restrizione aggiuntiva:
smtpd_recipient_restrictions = permit_mynetworks,
    [...]
    check_policy_service inet:127.0.0.1:10023
Ogni volta che Postfix raggiunge questa regola si connette al demone postgrey e gli invia informazioni a proposito del messaggio in questione. Postgrey prende quindi in considerazione i tre parametri IP/mittente/destinatario e controlla il suo database per verificare se sono già apparsi recentemente. Se è così Postgrey risponde autorizzando il messaggio, altrimenti risponde indicando che il messaggio dev'essere temporaneamente respinto ed i tre parametri vengono inseriti nel database.
Il principale svantaggio del greylisting è dato dal ritardo causato ai messaggi legittimi, cosa che non è sempre accettabile. Inoltre incrementa il carico sui server che inviano molte email legittime.

11.1.5. Personalizzare i filtri in base al destinatario

La Sezione 11.1.3, «Restrizioni per ricezione ed invio» e la Sezione 11.1.4, «Impostare il greylisting» riportano molte delle possibili limitazioni. Tutte hanno un loro metodo per diminuire la quantità di spam ricevuto ma tutte hanno effetti collaterali. Quindi è sempre più comune personalizzare l'insieme di filtri in base al destinatario. Alla Falcot Corporation il greylisting è utile per la maggior parte degli utenti, ma ostacola l'attività di alcuni utenti che necessitano di una bassa latenza per le proprie email (come il servizio di supporto tecnico). Allo stesso modo il servizio di supporto commerciale incontra a volte delle difficoltà nella ricezione di email da alcuni provider asiatici che sono inseriti nelle blacklist: il servizio di supporto commerciale ha quindi richiesto un indirizzo email non filtrato per poter comunicare.
Postfix fornisce la personalizzazione sui filtri tramite il concetto di «restrizione di classe». Le classi sono dichiarate nel parametro smtpd_restriction_classes e sono definite come in smtpd_recipient_restrictions. La direttiva check_recipient_access definisce quindi una tabella che associa un destinatario ad un insieme appropriato di restrizioni.

Esempio 11.13. Definire classi di restrizione in main.cf

smtpd_restriction_classes = greylisting, aggressive, permissive

greylisting = check_policy_service inet:127.0.0.1:10023
aggressive = reject_rbl_client sbl-xbl.spamhaus.org,
        check_policy_service inet:127.0.0.1:10023
permissive = permit

smtpd_recipient_restrictions = permit_mynetworks,
        reject_unauth_destination,
        check_recipient_access hash:/etc/postfix/recipient_access

Esempio 11.14. Il file /etc/postfix/recipient_access

# Indirizzi non filtrati
postmaster@falcot.com  permissiva
support@falcot.com     permissiva
sales-asia@falcot.com  permissiva

# Filtraggio aggressivo per alcuni utenti privilegiati
joe@falcot.com         aggressiva

# Una regola speciale per il manager della mailing-list
sympa@falcot.com       reject_unverified_sender

# Greylisting predefinito
falcot.com             greylisting

11.1.6. Integrare un antivirus

I molti virus che circolano come allegato email rendono importante impostare un antivirus al punto d'ingresso nella rete aziendale dal momento che, nonostante una costante campagna di sensibilizzazione, molti utenti continuano ad aprire anche i file allegati a messaggi palesemente loschi.
Gli amministratori della Falcot hanno scelto clamav come loro antivirus libero. Il pacchetto principale è clamav ma hanno installato alcuni altri pacchetti aggiuntivi come arj, unzoo, unrar e lha, poiché sono richiesti dall'antivirus per analizzare gli allegati archiviati in uno di questi formati.
Il compito di interfacciare l'antivirus ed il server di posta è affidato a clamav-milter. Un milter (abbreviazione dell'inglese mail filter) è un programma di filtraggio realizzato appositamente per interfacciarsi con i server di posta. Un milter utilizza un'interfaccia di programmazione standard (API) che fornisce prestazioni nettamente migliori rispetto ai filtri esterni ai server di posta. I milter sono stati introdotti inizialmente da Sendmail e Postfix ha presto seguito l'esempio.
Una volta che il pacchetto clamav-milter è installato, il milter deve essere riconfigurato per l'esecuzione su una porta TCP piuttosto che sul socket predefinito. Ciò può essere ottenuto con dpkg-reconfigure clamav-milter. Quando viene richiesta "L'interfaccia di comunicazione con Sendmail", verrà risposto “inet:10002@127.0.0.1”.
La configurazione standard di ClamAV è adeguata per molte situazioni, ma alcuni parametri importanti possono comunque essere personalizzati con dpkg-reconfigure clamav-base.
Come ultimo passo è necessario istruire Postfix affinché utilizzi i filtri appena configurati. Per farlo è sufficiente aggiungere la seguente direttiva a /etc/postfix/main.cf:
# Controllo virus con clamav-milter
smtpd_milters = inet:[127.0.0.1]:10002
Se l'antivirus causa problemi, questa riga può essere commentata, e dev'essere eseguito service postfix reload perché la modifica sia applicata.
Tutti i messaggi gestiti da Postfix passano ora attraverso il filtro antivirus.

11.1.7. SMTP autenticato

Per poter inviare email è necessario un server SMTP che sia raggiungibile; ed inoltre è necessario dire al server SMTP di inviare email attraverso di esso. Per gli utenti in movimento, questo potrebbe dire di dover cambiare regolarmente la configurazione dei propri client SMTP, dato che il server SMTP della Falcot rifiuta i messaggi provenienti da indirizzi IP apparentemente non correlati con l'azienda. Esistono due soluzioni a questo problema: l'utente in movimento può installare un server SMTP sul proprio computer oppure continuare ad utilizzare il server aziendale con qualche tipo di autenticazione che lo riconosca come dipendente. La prima soluzione non è raccomandata dato che il computer non sarà connesso permanentemente e non sarà quindi in grado di ritentare l'invio dei messaggi in caso di problemi: ci concentreremo quindi sulla seconda soluzione.
L'autenticazione SMTP con Postfix fa affidamento su SASL (Simple Authentication and Security Layer). Richiede l'installazione dei pacchetti libsasl2-modules e sasl2-bin e la registrazione di una password nel database SASL per ogni utente che necessita di autenticarsi sul server SMTP. Questo è realizzabile per mezzo del comando saslpasswd2 che accetta diversi parametri. L'opzione -u definisce il dominio di autenticazione e deve corrispondere al parametro smtpd_sasl_local_domain nella configurazione di Postfix. L'opzione -c consente di creare un utente e -f permette di specificare il file da usare se il database SASL necessita di essere conservato in una posizione diversa da quella predefinita (/etc/sasldb2).
# saslpasswd2 -u `postconf -h myhostname` -f /var/spool/postfix/etc/sasldb2 -c jean
[... type jean's password twice ...]
Notare che il database di SASL viene creato nella directory di Postfix. Per assicurare la coerenza modifichiamo /etc/sasldb2 in un collegamento simbolico che punta al database utilizzato da Postfix con il comando ln -sf /var/spool/postfix/etc/sasldb2 /etc/sasldb2.
A questo punto è necessario configurare Postfix affinché utilizzi SASL. Prima di tutto l'utente postfix dev'essere aggiunto al gruppo sasl così che possa accedere al database degli account SASL. Alcuni nuovi parametri sono inoltre necessari per abilitare SASL e il parametro smtpd_recipient_restrictions dev'essere configurato per consentire ai client autenticati da SASL di inviare email liberamente.

Esempio 11.15. Abilitare SASL nel file /etc/postfix/main.cf

# Abilita l'autenticazione SASL
smtpd_sasl_auth_enable = yes
# Definisce il dominio di autenticazione SASL da utilizzare
smtpd_sasl_local_domain = $myhostname
[...]
# Aggiungere permit_sasl_authenticated prima di
# reject_unauth_destination permette l'inoltro delle email inviate
# dagli utenti autenticati con SASL
smtpd_recipient_restrictions = permit_mynetworks,
    permit_sasl_authenticated,
    reject_unauth_destination,
[...]